La Fondazione Luciana Matalon prende parte dal 3 al 19 luglio 2018 al festival di arte contemporanea coreana “Korean Wunderkammer” con due mostre collettive di Su Muk (inchiostro asiatico) e arte Min-hwa, a cura di Michela Ongaretti.
La prima mostra in programma è una collettiva di Su Muk (inchiostro asiatico) che si terrà dal 3 al 10 luglio. Non è la prima volta che il mondo della neo-calligrafia orientale viene presentato in Italia. Nell’edizione del 2016 alcuni suoi protagonisti erano tra le prime apparizioni del festival, considerati una componente di un moderno gabinetto delle meraviglie insieme a pittura e scultura, illustrazione e fotocomposizione digitale. Già da allora si intuiva come l’inchiostro e i pennelli tipici di una tradizione partita dalla Cina e attraverso il Giappone arrivata in Corea stanno diventando strumenti di un’arte più complessa che unisce gli ideogrammi a soggetti figurativi o astratti. Una seconda occasione per mostrare quel tipo di ricerca è stata la personale di Shing Gangwon nel luglio del 2017, esponente della disciplina che il Consolato di Corea di Milano ha proposto nelle sue sale come evento speciale, correlato a Korean Wunderkammer. Oggi molti artisti portano nella città meneghina, per l’edizione 2018 del festival, un nuovo concetto. Vengono sempre utilizzati gli strumenti convenzionalmente usati in calligrafia unendo altre tecniche e avvicinando illustrazione, pittura in un unico genere, raccogliendo l’aspetto anche tematico dell’arte tradizionale coreana, per unirla a sua volta a tendenze più contemporanee od occidentali. Questo nutrito gruppo di settanta artisti, tra cui ricordiamo Choi jeom-bok, Choi nam-kil, Jung bang-won, Jung yi-seul, Kim ji-young, Park kyoung-mug e Yoon yeon-hwa ha scelto di definirsi con il nome più generale coreano dell’arte antica sviluppatasi dalla calligrafia, Sum Muk, letteralmente “inchiostro asiatico”. A dispetto dell’eterogeneità dei soggetti, di cui rappresentativi sono gli stili di questi otto esponenti, l’utilizzo dell’inchiostro resta quell’ imprescindibile materiale comune, con una sua specifica prassi esecutiva che solo chi proviene dalla calligrafia sa gestire con maestria. Chiamato anche Ink wash painting, o molto simile alla pittura letterati, trasforma in acquerello il nero profondo dell’inchiostro da ideogrammi secondo concentrazioni diversificate. Servono anni di pratica per perfezionare il movimento del pennello e il flusso di inchiostro, calibrando la tonalità e l’ombreggiatura ottenute variando la densità dell’inchiostro, sia mediante una macinazione e levigatura dello stick di inchiostro in acqua, sia a seconda della pressione della pennellata. Sin dai tempi antichi l’ombreggiatura è una tecnica così raffinata da riuscire a rendere variazioni nella tonalità sorprendenti, dal nero intenso al grigio argenteo. La stessa millenaria tecnica oggi viene associata ad altri colori per una resa delicata o decisa, influenzati da quella filosofia per cui non si riproduce semplicemente un soggetto ma si cattura il suo spirito.
La seconda esposizione è una collettiva dedicata all’arte Min-hwa che avrà luogo dal 12 al 19 luglio. La mostra si concentrerà sulla pittura popolare di stile tradizionale coreano dei nostri giorni ma eseguita seguendo ancora i principi e i dettami del diciassettesimo secolo. L’arte Minhwa fin dalle origini rappresenta in pittura, su carta o su tela, animali e figure della mitologia popolare, scene di vita quotidiana e oggetti quali simboli di felicità e benessere. I suoi artisti si spostavano spesso tra le città di culto per manifestazioni locali dove si fermavano per eseguire lavori su ordinazione commissionati da nobili o persone comuni. Allora, come oggi, i soggetti raffigurati più comuni sono gli animali: ad esempio, la Tigre e la Carpa simboleggiano rispettivamente potenza e successo; hanno funzione apotropaica e benaugurale anche uccelli e animali domestici come il gatto e il gallo o ancora la carpa, figura molto frequente e tra le più amate di sempre.
Il triste evento storico della Guerra di Corea (1950) ha decretato il declino di questa tradizione che ha avuto una rinascita solo a partire dagli anni ottanta del secolo scorso. Grande merito nella ripresa dell’arte Minhwa va all’associazione Korean Folk Painting, la più grande in ambito artistico di tutta la Corea. Nasce nel 1995 per unire e rappresentare gli artisti che intendono proseguire e riproporre in chiave contemporanea il genere Minhwa, dando vita ad un vero e proprio movimento. Korean Folk Painting ha rapporti con il Ministero dell’Educazione della Corea del Sud che ne sovvenziona i progetti espositivi e culturali con il fine di tutelare, promuovere e tramandare questa antichissima tradizione.