Mostra alla Galleria Boni

Dalla presentazione per la mostra alla Galleria Boni e Schubert a Lugano

Luciana Matalon ha gradatamente saggiato diverse vie di stilizzazione usando materiali diversi, segnatamente combinazioni di materie plastiche e pittura; le odierne immagini di panorami planetari ne sono un risultato. Le sue svariate tecniche miste implicano tra l’altro un impasto semiliquido che, steso sul dipinto con rapido movimento gestuale, si solidifica dando una serie di linee in leggero rilievo, a gomitoli o a fasci di cordoncini, che possono essere sottoposti a ulteriori lavorazioni.

Pittura segnica, pittura gestuale? Direi che in ultima analisi la pittrice accetta un’impostazione di tipo naturalistico. Linee e segni sono, qui, mezzi descrittivi e rappresentativi, destinati proprio a descrivere e rappresentare un paesaggio immaginario; anche se costituiscono uno studio di linguaggio. Mentre, al contrario, quando si parla di pittura segnica e gestuale si intende di regola una ricerca che punta in primo luogo ai problemi di un linguaggio preso in se, allo stato puro di linguaggio in assoluto. In altri termini: nella produzione di L. Matalon queste linee che si dipanano, prima di essere ricerca grafico-formale sono correnti di forza, sono “vegetazioni”, esseri viventi in natura ambiguamente vegetale-animale -umana, oppure sono itinerari, vene, linfe…

Lo schema geometrico-razionale di certe composizioni cede il posto al gusto dell’istintivo-emozionale-irrazionale, a paludi, a campagne fatte di impasti altri dai nostri, alla fuoriuscita di impulsi psicologici in cerca di foreste mai viste, fredde e vellutate.

Giuseppe Cronici
Lugano – Novembre 1971