Arcipelaghi visivi
dal 28 febbraio al 29 marzo 2025
Fondazione Luciana Matalon
Free Entrance
Dal 28 febbraio al 29 marzo 2025, la Fondazione Luciana Matalon presenta Arcipelaghi visivi, a cura di Sofia Alberti. Un’esposizione che si propone come una riflessione sull’essenza stessa dell’arte nel nostro tempo: il suo potere di trasformare il visibile in una domanda e l’invisibile in una possibilità. La mostra, articolata in tre percorsi distinti ma intrecciati, invita a esplorare il ruolo dell’arte come medium, critico e poetico, capace di interrogare non solo il nostro rapporto con il mondo, ma anche con noi stessi. Promosso da l’Enciclopedia dell’Arte Italiana, l’evento accosta la collettiva Sguardi d’Autore 2025 – 11 voci della contemporaneità in dialogo – alle mostre personali di Nicol Ferrari e Roberto Fiasella, creando un orizzonte di confronto che è al tempo stesso intimo e universale.
Mai come oggi viviamo in un mondo traboccante di immagini. Esse ci circondano, ci invadono, ci assorbono; ma quanto di ciò che vediamo davvero guardiamo? L’arte, in questo contesto, si pone come un argine e una sfida. Non si accontenta di mostrarsi, ma ci invita a guardare: a soffermarci, a riconoscere, a interrogarci su ciò che vediamo e, soprattutto, su ciò che non vediamo. Arcipelaghi visivi è una riflessione condivisa sul ruolo della percezione come atto creativo. Come il filosofo Maurice Merleau-Ponty (Rochefort, 1908 – Parigi, 1961) ci ricorda, vedere non è mai un processo passivo, ma un’esperienza che intreccia corpo, pensiero e memoria. Allo stesso modo, gli artisti riuniti nella prima collettiva Sguardi d’Autore 2025 – visitabile dal 28 febbraio al 7 marzo – esplorano lo sguardo come una soglia tra il mondo e il sé: un luogo in cui il passato riaffiora, il presente si ridefinisce e il futuro si prefigura.
Giorgio Carluccio e Roberta Bissoli indagano la memoria come traccia, come una stratificazione che resiste e si trasforma nel tempo. Carluccio, con un approccio archeologico e universale, e Bissoli, più intimista, evocano un senso di tempo sospeso, dove ogni superficie diventa una porta verso un mondo perduto ma sempre presente. Accanto a loro, Laura Casini e Drago Alberto Cerchiari riflettono sui contrasti tra luce e ombra, materia e assenza. La loro arte va oltre l’estetica, indagando il paradosso di ciò che è visibile e nascosto, mentre Elisa Macaluso e Peter Seeling indagano la dimensione interiore, trasmettendo sensazioni attraverso colore, forma e texture.
Carla Colombo Sala, esplora la delicatezza dell’emozione attraverso l’uso del colore e della materia, trasformando ogni opera in un racconto intimo e universale al contempo. Enza De Paolis e Claudio Detto si concentrano sulla simbologia e sull’uso della materia, creando opere che invitano a una lettura sensibile e riflessiva. Infine, Jucci Ugolotti e Marco A. Vignati propongono una visione frammentata e poetica, dove ogni dettaglio contribuisce a una narrazione visiva che sfida la linearità, dando forma all’ineffabile. In tutti questi artisti, la memoria, la materia e il colore non sono solo rappresentazioni, ma una continua reinterpretazione del mondo, sospeso tra passato e presente.
In questa lunga narrazione i percorsi di Nicol Ferrari e Roberto Fiasella, visitabili rispettivamente dall’8 al 18 e dal 21 al 29 marzo, si intrecciano con una forza complementare. Ferrari esplora il rapporto tra individuo e paesaggio urbano, trasformando il caos della vita contemporanea in una pittura vibrante di emozione e colore. Le sue tele non sono solo rappresentazioni, ma spazi in cui la frenesia si sospende, rivelando una visione intima della città. Trasforma l’ambiente urbano in un palcoscenico emotivo, dove il movimento si fa segno. Fiasella, invece, scolpisce il vuoto, creando un dialogo tra pieni e assenze che definisce il nucleo della sua ricerca. Le sue sculture, oggetti in relazione con lo spazio, riflettono sulla memoria come dinamica e sulla forma come linguaggio aperto. Un linguaggio scultoreo che invita alla riflessione sull’impermanenza e sulla potenza evocativa della forma.
Che cos’è l’arte, se non un luogo in cui l’invisibile diventa tangibile? Arcipelaghi visivi non si limita a celebrare la bellezza, ma interroga il significato stesso del fare arte oggi: in un’epoca in cui tutto sembra già detto, visto e condiviso, quale spazio resta per il nuovo, per il non detto, per ciò che sfugge? La presentazione del nuovo volume dell’Enciclopedia dell’Arte Italiana – che si terrà venerdì 28 febbraio alle ore 18.00 – si inserisce in questo contesto come un archivio vivo, capace di collegare il passato e il presente in un dialogo aperto sul futuro dell’arte e della cultura. Un atto di conoscenza, ogni opera diventa un frammento di un discorso più ampio, una tessera di un mosaico che ci spinge a porci domande: sull’arte, sulla memoria, sulla nostra stessa capacità di immaginare e interpretare il mondo. Un’esperienza che va oltre il visibile, per restituirci il senso perduto dello sguardo.
info e contatti:
Fondazione Luciana Matalon
+39 02 878781
[email protected]
www.fondazionematalon.org
orari di apertura
dal 28 febbraio al 29 marzo 2024
10:00 – 13:00 | 14:00 – 19:00
ingresso libero