«Fra disfacimento e resurrezione, sospese in quell’ambito della filosofia
ellenica abitata da valori eterni, inedite entità, fiorite nella ricerca
espressiva più recente di Elena Rede,
aleggiano, ora, a un soffio dal cielo e
a un palmo da terra, là dove lo
spazio virtuale – invisibile ai più e
noto soltanto agli eletti – raggiunge fascinose prospettive di
natura squisitamente mentale.»
Giovanni Faccenda, 2017
La Fondazione Luciana Matalon è lieta di presentare dal 6 al 17 giugno 2017 la mostra “A un soffio dal cielo, a un palmo da terra” di Elena Rede, a cura di Giovanni Faccenda.
Nei vari ambiti del suo lavoro (pittura, scultura, oreficeria e gioielli) è possibile apprezzare una costante fondamentale: l’urgenza della bellezza. Una nuova figurazione, quella che la contraddistingue sin dagli esordi, specchio delle fratture di un mondo che è il riflesso di quello di oggi. Un’ arte intima, fusione di passato e presente, cristallizzata attraverso le resine, forgiata dal fuoco nei bronzi, plasmata con i pigmenti minerali, graffiata dagli ossidi, scolpita nel marmo o martellata sulla lamiera di rame. Appare, chiara e costante, la ricerca delle proprietà della materia come mezzo per giungere ad una dimensione “filosofica”: “strapazza i metalli, le pietre e da ogni materiale vuol cavarne l’essenza”, così l’amico e noto artista Armodio definisce il lavoro di Elena Rede cogliendo a pieno questo aspetto. Artista poliedrica, eclettica e raffinata, Elena Rede concentra la sua ricerca su corpi, frammenti di corpi di uomini, donne e destrieri, pretesti figurativi che si collocano in una dimensione atemporale, in uno spazio mentale altro dove prima sembrano dissolversi e poi ricomporsi. A questo proposito, “quello che colpisce nel lavoro di Elena Rede – secondo l’artista Luca Alinari – è che l’autore non completa mai l’immagine che sta costruendo. Anzi, spesso la figura in questione viene evocata da particolari isolati, lasciati a mezz’aria. […] Forse la magia di questo lavoro deriva proprio dalla sua apparente incompletezza, dal suo senso di incompiuto. Forse, però, Elena non ha lasciato niente di incompiuto. Forse, invece, Elena non vuole dipingere corpi femminili o cavalli. Piuttosto l’evocazione di un cavallo, l’idea di un corpo. Idee, dunque. Idee e non cose. Ecco l’affascinante qualità mentale di queste opere.”
Elena Rede nasce in provincia di Milano. Artista versatile, attiva anche nel campo orafo, scrive, dipinge e scolpisce nei propri atelier di Milano e Alassio. Diversi i riconoscimenti pubblici, anche a livello internazionale, fin qui ottenuti. Fra le mostre più importanti che l’hanno vista protagonista negli anni, si ricordano quella a Villa Doria Pamphilj (Roma), al Museo Stattbad (Berlino), al Carrousel du Louvre (Parigi), a Art Basel (Miami), al Padiglione Italia dell’Expo, al Padiglione Italia della Biennale di Venezia, al Sanat Fuari (Istanbul). Fra i molti che hanno scritto di lei, ricordiamo Giovanni Faccenda, Paolo Levi, Leo Strozzieri, Vittorio Sgarbi e i grandi artisti Luca Alinari e Armodio. Le ue opere si trovano in prestigiose raccolte private e pubbliche, italiane ed estere.
Per ulteriori informazioni è possibile consultare: http://elenarede.com/