La Fondazione Luciana Matalon è lieta di presentare dal 20 giugno al 4 luglio 2017 la mostra “Nella segreta intimità degli uomini” di Ferdinando Todesco, a cura di Giovanni Faccenda.
Le immagini dipinte da Todesco appartengono pienamente al mondo contemporaneo che l’autore vive e hanno come filo conduttore il tema del viaggio che non ha meta o fine. Inizialmente l’attenzione dell’artista si è rivolta verso treni fermi, binari, vagoni e fili elettrici per passare poi, in un secondo momento, a coloro che popolano quotidianamente questi luoghi, le persone. “Di queste mi affascina – spiega Todesco – ciò che non si vede. Mi chiedo quale sia la molla che le ha portate alla stazione: il lavoro, un progetto, un fallimento, una fuga, la disperazione, la speranza, un sogno.” Le figure, allungate e vaghe, simbolo delle loro ancora non trovata identità, non hanno un volto e sembrano dei manichini dolenti e infreddoliti.
Nelle opere non vi è nulla di fisso o contemplativo: l’utilizzo di fasci prospettici, contorni marcati, molteplici linee di fuga creano una sorta di movimento verso qualcosa che deve ancora accadere. Le luci soffuse e i colori dai toni spenti rimarcano il sentimento di attesa. La stazione è per Todesco la migliore rappresentazione della società del nostro tempo: una spazio in continua trasformazione in cui merci, oggetti, persone di provenienza e culture diverse si mescolano, talvolta creando un momento di contatto, altre volte senza alcun tipo di scambio.
“Resiste, – secondo il curatore della mostra Giovanni Faccenda – al fondo di uno sguardo insistito nelle pieghe più oscure dell’esistenza, laddove uomini e donne tacciono i propri grovigli sentimentali e telluriche inquietudini di ogni tipo, il senso di un’indagine esasperata in quei territori torridi dell’umana solitudine ove è dato di ascoltare l’eco cavernosa di un languore dolceamaro, codice genetico, questo, caratterizzante ognuno dei «tipi» raffigurati da Todesco. Il quale, indomito, prosegue a investigare oltre le fisionomie apparenti, i volti, gli occhi e le sagome di viandanti colti alla stazione dei treni o raminghi per strade anonime e desolate, dando così luogo a un teatro, realistico e immaginifico a un tempo, non dissimile da quanto il quotidiano esibisca alle più distanti, e diverse, latitudini.”
Ferdinando Todesco è nato ad Arcole, in provincia di Verona, nel febbraio del 1940.Vive e lavora a San Bonifacio (Vr), in località Grassanella, dove si è trasferito fin dal 1982. Dipinge, con umiltà, da cinquant’anni, senza inseguire mode e movimenti. Attento alle tematiche del quotidiano, mette sulla tela, con la sensibilità che gli è propria, le sue riflessioni e le sue paure. I temi trattati sono le ferrovie, le stazioni ferroviarie, i rottami, le periferie, i fatti di costume e la strada.
Per ulteriori informazioni: http://www.ferdinandotodesco.it/