Il Museo Fondazione Luciana Matalon è lieto di presentare la rassegna IL METAFORMISMO, dal 28 aprile al 14 maggio 2011.
In esposizione opere di ventisei maestri, tutti professionisti, molti dei quali già operativi negli anni ’60 e ’70, quindi direttamente implicati con il polverone culturale di quegli anni e motivati a sostenere un nuovo confronto critico. Luciana Matalon, gradita ospite, è accompagnata da opere di: Dino Aresca, Gennaro Barci, Pietro Bellani, Emilio Belotti, Natalia Berselli, Martino Brivio, Bruno Daniele, Enzo Fabbiano, Mauro Fabiani, Elisabetta Fontana, Emanuela Franchin, Camillo Francia, Massimo Fumanti, Daniela Grifoni, Luvit, Saverio Magno, Pierdomenico Magri, Aldo Meineri, Antonio Pasciuti, Enzo Ratto, Carla Rigato, Liana Rover, Mario Salvo, Laura Sartori Tibaldi, Marco Tulipani.
Con il termine di Metaformismo non si vuole intendere né un gruppo artistico, né un movimento, né una corrente, bensì un principio linguistico unitario, comune a tutte le espressioni artistiche del Novecento, che Giulia Sillato, storico dell’arte di scuola longhiana, ha individuato a seguito di una sistematica analisi del mondo dell’arte contemporanea italiana e straniera e di un’esperienza di circa 50 Rassegne realizzate dall’autore medesimo in siti museali di prestigio culturale a partire dal 1994 ad oggi: la Metaforma.
Implicita nell’arte antica, essa si trasmette al linguaggio artistico moderno, dando origine a quelle fenomenologie artistiche sinora indicate con vocaboli come astratto, informale, espressionista, minimalista e numerosi altri, i quali non rispondono più ad esse in modo circoscritto, evolutasi l’espressività contemporanea al punto da indurre lo storico a una riformulazione comprensiva di tutte le possibili sfaccettature dell’arte di questi ultimi cinquant’anni, sempre convinto che la Forma “ribaltata a partire dalla fine dell’Ottocento” sia stata in realtà persistentemente “sottintesa a qualsiasi operazione artistica”.
Entrano nel grande gioco del Metaformismo tutte quelle espressioni dell’arte, con ciò intendendo Pittura e Scultura, che integrano il dialogo con le Avanguardie del Novecento adeguandolo, opportunamente, alle misure concettuali e tecniche della nostra contemporaneità. L’intento, pertanto, lungi dal fondare l’ennesimo gruppo, ché di questi la storia dell’arte è variamente affollata, è quello di offrire un nuovo orientamento critico, per meglio qualificare la poliformìa dei mezzi espressivi odierni, fatta eccezione per video e virtualità.
La scelta degli artisti in mostra si uniforma al concetto di “metaformismo”, rivolto ad opere artistiche completamente prive di concezioni figurali e, lì dove ne esistano tracce, sono frammenti radicalmente rielaborati: può verificarsi infatti la rapida, e forse casuale, incidenza di elementi figurali, ma sono caratteri totalmente snaturati dall’ordinaria sede interpretativa e quasi trascinati su un’altro piano concettuale. La presenza della componente pittorica è molto forte e altrettanto forte è la presenza della contaminazione della pittura con altri materiali, poiché la Metaforma, scoperta dall’autore, prevede che non ci si allontani dalla pratica della buona pittura: installare infatti degli oggetti in uno spazio, moda invalsa da alcuni decenni, non è per sé un atteggiamento di tipo metaformistico, poiché si arriva all’uso diretto della forma medesima senza sperimentarne i passaggi “transmutativi” che solo la creazione artistica può plasmare.