La Fondazione Luciana Matalon inaugura giovedì 13 gennaio la mostra collettiva “Poetiche a confronto” con opere di Pietro Diana, Pino Di Gennaro, Fernanda Fedi, Maria Micozzi, Petros.
Artisti molto diversi tra loro per genere di materiali usati e tecniche artistiche: incisione, pittura e scultura, ma accomunati dall’impiego di segni alfabetici, reali o d’invenzione e dall’interesse per la definizione di una scrittura composta di immagini.
Pietro Diana, diplomatosi all’Accademia di Belle Arti di Brera nel 1954, vi ha poi insegnato tecniche dell’incisione fino al ’97. Rimanendo fedele al rigoroso impiego dell’acquaforte e dell’acquatinta e a un linguaggio figurativo attraverso il quale, oltre a rendere con delicata e penetrante sensibilità, lirici aspetti del reale, crea, spesso con ironia, immagini fantastiche e visionarie, intensamente simboliche, che scandagliano le profondità dell’animo umano.
Pino Di Gennaro, scultore milanese di origine pugliese, si è diplomato presso l’Accademia di Belle Arti di Brera, allievo di Alik Cavaliere e Arnaldo Pomodoro, insegna a Milano all’Accademia di Brera. Egli intreccia nella sua opera due tematiche fondamentali: la riflessione sullo spazio e l’indagine sulla materia: per lui la scultura non è espressione di un monumento eterno, è collocata nel tempo e con esso si trasforma. Esperto e raffinato manipolatore della materia, realizza opere in cartapesta, cera, poliestere, alluminio, acciaio, ottone, bronzo, spesso mescolando e fondendo le materie scelte per il loro valore espressivo, per la loro energia e per il loro valore cromatico.
Fernanda Fedi, pittrice e scultrice, ha compiuto studi artistici a Milano e si è laureata al DAMS di Bologna. Dopo una lunga ricerca nel campo strutturale e un periodo concettuale, passa alla scrittura-segno, quale gesto della memoria/mente. La scrittura viene spesso associata alla musica, alla poesia e ultimamente all’arcaico, alla scrittura etrusca. La parola è in lei elegantemente e corposamente vissuta come segno insieme simbolico e decorativo, come traccia della presenza del pensiero.
Maria Micozzi, pittrice e scultrice, per scelte familiari non ha mai frequentato scuole d’arte. I suoi studi sono stati di formazione classica e scientifica, ai quali si sono aggiunti quelli in psicoanalisi e epistemologia. Come afferma Floriano De Santi: “La sua ricerca si presenta subito come del tutto straordinaria ed eccentrica, spostata dal baricentro attorno a cui di norma si raccolgono i linguaggi artistici(…) Emblema di complessità riflessa nell’impasto di materiali utilizzati, dal ferro al cuoio alla cartapesta dalle reti metalliche alle lastre e ai procedimenti di fusione dell’acciaio”.
Petros, nato ad Atene nel ’28, studia pittura e incisione e si laurea in Belle Arti, nel ’58 si trasferisce in Italia. Entra presto a far parte del gruppo di artisti di Alexandre Iolas, mercante d’arte dei più importanti pittori surrealisti, e con lui organizza personali in Europa e negli stati Uniti. I temi dominanti della sua pittura, generalmente ad olio e che nasce dal profondo inconscio di una nuova edizione di Neo-Surrealismo, sono il mistero dell’origine della vita, il formarsi determinato di ogni cosa, attraverso l’incessante processo di trasformazione.