Dal 29 maggio al 28 giugno 2014, il Museo Fondazione Luciana Matalon ospita la mostra subLimen, di Roberto Ghezzi, a cura di Giovanni Faccenda.
Il giovane pittore è un raffinato interprete di quella tradizione pittorica romantica volta a indagare i misteri ancestrali che sussistono nel rapporto tra l’uomo e la natura: un connubio denso di enigmi, ove collimano la bellezza apollinea e il senso, sempre incombente, di oscure calamità sul punto di accadere, spiega il curatore della mostra Giovanni Faccenda.
SubLimen – dal latino sub «sotto» e limen «soglia» – è il titolo scelto da Ghezzi per ognuna delle opere che compongono questo suo suggestivo ciclo. Paesaggi sospesi nel sogno, pervasi da un’aura intrigante – tenebre e chiarori profondamente evocativi –, si susseguono al pari di algidi orizzonti marini, pelaghi ebbri di essenze imperscrutabili, spiriti invisibili. Ghezzi si spinge laddove le trame del creato si fanno più arcane, tra il crepuscolo e l’aurora, tra la stasi e il prodigio, per oltrepassare
l’ermetico confine di un altrove rimasto ignoto per chissà quale incantesimo, assaporare umori che erano stati fecondi per i maestri romantici che egli continua a guardare come modelli prediletti.
C’è, nel complicato quanto metodico itinerario espressivo di questo giovane autore, un’attenzione alla pittura, intesa come impianto cromatico e non quale esito descrittivo, che invita a immaginare ulteriori accadimenti, sulla scia dell’incessante sollecitazione data a Ghezzi da quella sua interiore urgenza di dipingere la natura nei suoi sibillini abbandoni, in tutti gli infiniti e reconditi segreti.
Emblematica, così, diventa la meditata rarità di colori che occupano la sua tavolozza, a significare il valore dell’assenza quando diventa evocativa di remote percezioni.
Roberto Ghezzi è nato a Cortona nel 1978, dove attualmente vive e lavora.
Inizia a dipingere molto precocemente, frequentando lo studio di scultura e pittura di famiglia. Negli anni approfondisce la tecnica del suo linguaggio artistico presso la Scuola della Maestra Alivojvodic all’Istituto d’Arte “Piero della Francesca” di Arezzo e successivamente frequentando i corsi di nudo, incisione e storia dell’arte presso l’Accademia delle Belle Arti Di Firenze.
Dagli anni Novanta espone con regolarità in personali e collettive, in Italia e all’estero. Attivo in premi e concorsi, ha ottenuto positivo e crescente riscontro di pubblico e critica, nonché di galleristi e collezionisti.
E’ stato indicato dal Prof. Giovanni Faccenda tra gli artisti meritevoli di una segnalazione nell’edizione n°50 del CAM (Catalogo dell’Arte Moderna,
Editoriale Giorgio Mondadori).